Il diciassette agosto, dopo aver passato buona parte del giorno al mare, decidiamo di visitare la città. Passa un’oretta da quando siamo entrati in macchina e finalmente riusciamo a parcheggiare e a scendere.
Ad aspettarci ci sono cinque gabbiani che… non so che verso fanno 😀 A dir la verità non mi sono nemmeno mai messa lì ad ascoltarli davvero, e devo dire che è forte, son belli.
Saliamo verso la città, siamo in Viale XXII Maggio e di fronte a un Conad incontriamo un mercato. Orecchiette, pomodori secchi, olive condite, taralli, piantine di tutti i tipi, carrube – mai assaggiate -, e… pane da 25 chili 🙂
Attraversiamo il mercato molto caratteristico, usciamo con la voglia di comprare tutto ciò che vedevamo e continuiamo a seguire la via in salita fino ad arrivare in Via Cesare Battisti in cui girando troviamo un carretto con un vecchietto che vende i ricci.. quanti ne mangiavo da piccola!
Voltiamo a sinistra nella prima via e salendo ancora troviamo una specie di arco di pietra in cui a sinistra c’era questo:
Sotto l’ “arco” c’è un negozietto di souvenirs e all’entrata ci sono queste bellissime conchiglie appese ovunque che ti devi abbassare per passare. 🙂
Saliamo, sorpassiamo l’arco e sulla sinistra c’è la cattedrale.
Ora è arrivato il momento in cui spiego perché il titolo è “Quel poco di Vieste”: siamo saliti in paese verso le cinque e alle sette e mezza siamo dovuti tornare a casa.
Facciamo dietrofront e c’è un bel sole che ci aspetta.
Ultimi scatti in corsa dalla macchina.
Quello è l’Architiello, un “curioso caso di erosione marina”.
In pratica ho visto poco e niente di Vieste, e “quel poco” non mi basta. Devo ritornarci!