MADRID – Cosa vedere tra un bocadillo de jamón e un chocolate con churros.

La Spagna mi mancava ancora. Ho visto buona parte delle capitali europee ma la Spagna proprio no. Non so perché.

Le uniche volte in cui ci sono andata sono state:

  • la prima avevo 8 anni e con i miei nonni siamo scesi a Barcellona, una delle tappe di una crociera. Vidi la Sagrada Familia in ristrutturazione e dissi che sarei tornata dieci anni dopo, quando, dicevano, che sarebbe stata terminata. Ho 18 anni, a Barcellona non ci sono ancora tornata, ma credo non sia neppure ancora terminata;
  • la seconda è stata quest’anno ad aprile per uno scambio linguistico. Ho visto Siviglia, Cordoba, Cadiz e Granada (anche se l’ultima l’ho vista per modo di dire…diluviava!)

Il che vuol dire che l’unica immagine nella mia testa della Spagna era “palme e decorazioni arabe”.

A Madrid non c’è nulla di tutto questo. E a dire la verità ci sono rimasta male.

Ma dopo il primo impatto ho iniziato ad apprezzarla.

Ogni suo lato, ogni sua piazza, ogni suo decoro, ogni suo mercato.

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atterraggio con l’alba

Mercato filatelico della domenica mattina in Plaza Mayor

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plaza mayor al domingo

 

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artista callejero

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callejuelas del rastro

 

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paseando por el rastro

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queste cose mi affascinano

 

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pasillos en el Reina Sofía

 

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vista della cattedrale dal palazzo reale

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vista del palazzo reale dall’entrata

Vi giuro che dopo tutti i palazzi e le regge che ho visitato, dopo tutti i soffitti affrescati e gli arazzi appesi, vi giuro, che questo è stato il palazzo più bello che io abbia mai visto. Le decorazioni, la raffinatezza, gli orologi… ci credete se vi dico che mi sono commossa?! È stato davvero una meraviglia e mi è dispiaciuto tantissimo non poter fare delle foto. Ma sono cose che non si dimenticano.

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muchacha en la ventana – dalì (Museo Reina Sofía)

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Plaza Santa Ana (Barrio de las letras)

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pavo real al Retiro

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Templo de Debod

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plaza de toros

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restaurante La cueva de Lola

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churros y chocolate a la Chocolatería San Ginés

 

When traveling also shows you the poverty. 

 

Stava tremando dal freddo. Aveva le mani viola.

Le sfregava tra loro per cercare di scaldarsi.

Ogni tanto si fermava per asciugarsi le lacrime.

Quegli occhi vuoti e pieni allo stesso tempo.

Nel frattempo chiedeva ai passanti qualche soldo.

Chiedeva inconsciamente a quegli umani

se erano umani.

Se in ciò che spendevano per una napolitana y un café con leche 

c’era qualche spiccio anche per lui.

Per andare avanti almeno un’altra mia giornata.

Entrammo con la pelle d’oca e il magone.

Superammo quel corpo invisibile.

Ci pensai tutto il tempo

Mentre sceglievo cosa avrei mangiato quella mattina.

Quando decisi di prendere una cioccolata calda perché faceva freddo

e poi era tanto buona.

Quando arrivarono

dos napolitanas

un café con leche

y un chocolate. 

Quando assaggiai quelle prelibatezze.

Quando ci alzammo per pagare.

“Gli lasciamo qualcosa?”

“Diamogli il panino che c’è nello zaino”

Corsi fuori.

Speravo con tutta me stessa che fosse ancora lì,

ad aspettare,

che qualcuno lo vedesse,

Che qualcuno mostrasse di essere umano.

“Lo quieres?”

Gli allungai il panino.

Pieni di tutto e niente.

Lucidi.

Cercò di scusarsi ma non poteva accettarlo.

Indicava il prosciutto e diceva “no, no”

e poi indicava il cielo

e univa le mani in preghiera

e si scusava.

Gli sorrisi.

Gli dissi che non doveva scusarsi.

Tornai indietro.

“Forse è allergico al prosciutto”

“No,” mi girai “es musulmano, no puede comer jamon”

“Ah, vale.”

Mi è caduto il mondo addosso.

Mi sono bastati due passi dietro l’angolo

e scoppiai in lacrime.

Non ci potevo credere.

È più importante la fede che la fame.

Continua a credere nonostante la sua situazione.

Continua a sacrificarsi nonostante sia lì,

a tremare,

affamato,

senza speranza.

Cercando qualche umano che dimostri di essere umano.

E intanto Dio è lì che lo guarda soffrire

e non fa nulla.

Ma lui continua a credere. 


{Madrid;11.10.2016;La Mallorquina}